Storia e origini della Villa

Le prime notizie storiche su un’edificio nell’area risalgono al 1661, quando nell’elenco del catastico è indicata una “casetta” con annessi campi, di proprietà di Gerolamo Marini e fratelli.

La primissima rappresentazione della villa è in una mappa della zona, del perito Paolo Rossi, risalente al 1697. L’edificio è indicato come Cà Marini, e presenta alcune rassomiglianze con l’attuale, in particolare per la presenza di un corpo centrale a pianta rettangolare, con annessa attinenza ad arcate. L’edificio, tuttavia, è solo a due piani e l’attinenza è unica, solo verso ovest.

Nel 1740 si trova traccia dell’acquisto dell’area da parte di Cristofolo e Stefano Angeloni, che ne avviano una ristrutturazione, probabilmente creano il parco adiacente a sud della villa. È del 1779 la data di rifacimento dei pavimenti del primo piano, impressa e tuttora visibile sulla superficie a terrazzo alla veneziana.

L’affresco di G.D. Tiepolo, al piano terra, con tre figure allegoriche ritenute essere personificazioni del Merito, della Nobiltà e della Virtù, è collocato dagli studiosi nell’ultima fase della vita del pittore, intorno al 1780.

L’arrivo della villa nel patrimonio dei Bianchini è del 1822, quando è portata in dote da Speranza Andretta, che sposò Giobatta Bianchini. Al momento non sono note informazioni sul momento e sulle circostanze del passaggio della Villa dagli Angeloni alla famiglia Andretta.

I Bianchini non si tengono fuori dalla storia della comunità miranese, sia costituendo un vivace cenacolo culturale con le autorità, soprattutto religiose, della zona, sia direttamente in politica: Luigi Bianchini fu partigiano, tra i fondatori del Comitato di Liberazione Nazionale, condannato a morte dai fascisti riuscì a fuggire dall’esecuzione rifugiandosi in un convento a Bassano. Dopo la liberazione, Luigi Bianchini è nominato dal CNL sindaco di Mirano nel periodo transitorio, per tre mesi, fino alle prime elezioni amministrative del 31 marzo 1946. Sarà poi tra i fondatori della sezione miranese della Democrazia Cristiana.

È il 1973 quando Luigi Bianchini vende la villa all’IPAB Mariutto, che la concederà in uso a funzioni pubbliche: istituto agrario, asilo, scuola elementare, consultorio pediatrico.

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Pannello schematico dei principali passaggi storici della Villa
(parte del percorso espositivo in loco)